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Mps, lo scandalo si allarga: indagini su mazzette per l’acquisizione di Antonveneta

Mps, lo scandalo si allarga: indagini su mazzette per l’acquisizione di Antonveneta

L’assemblea di Mps ha approvato la delega al cda per l’aumento di capitale a sostegno della sottoscrizione dei Monti Bond.
Il via libera, all’ordine del giorno, prevede la sottoscrizione per 3,9 miliardi di euro, di cui 1,9 finalizzati alla sostituzione dei Tremonti Bond del 2009.
La delibera è stata approvata dopo oltre sette ore di assemblea, iniziata alle 9,15 e conclusa alle 16,26, nel corso della quale hanno partecipato circa 370 soci, in rappresentanza di 942 aventi diritto, pari al 53,77% del capitale della banca. La proposta è stata approvata dal 98,75% delle azioni rappresentante che corrisponde al 52,11% del capitale sociale.
A calamitare l’attenzione di molti soci, però, è stato lo scandalo-derivati. Tra gli azionisti presenti, anche Beppe Grillo protagonista di un acceso botta e risposta con il presidente di Mps Alessandro Profumo.
Il leader del Movimento a 5 stelle, che partecipava con la delega, ha precisato, di ”un amico che soffre”, titolare di cento azioni e che ”ha già perso 30 euro”, parlando ai soci ha lanciato l’allarme di “un buco nei conti di 14 miliardi di euro”. “Serve una commissione d’inchiesta che prenda gli ultimi segretari dei Ds e dei Pd, dal 1995 ad oggi e si faccia dire dove sono andati a finire 14 miliardi di euro. Ci devono dare delle risposte”. Dichiarazione che ha fatto subito intervenire il presidente Profumo che ha ribattuto: “Mi dica da dove viene questa indicazione? Qui non c’é nessun buco”.
Proprio sul nuovo vertice della banca, Grillo ha osservato: ”Alessandro Profumo lo conosco, è di Genova come me, faceva il casellante e studiava la notte. Ma ha un curriculum completamente inadatto per questo ruolo perché è indagato per frode fiscale. Oppure potrebbe essere quello giusto in questa situazione: è arrivato e la prima cosa che ha fatto è stato licenziare 4 mila persone e non ha denunciato i ladri”. Parole che trovano la risposta di Profumo: ”Non rispondo agli attacchi personali: ho sempre detto che sono molto contento che si vada a giudizio così potrò dimostrare la mia estraneità”.
Quando all’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, il comico genovese ha commentato: ”E’ un incompetente e lo hanno messo lì a fare il linoleum, non sa nulla di banche, non sa neppure che cos’è un bonifico. ”Mussari non capisce nulla di banche: ha disintegrato la banca di Siena e poi lo hanno eletto presidente dell’Abi”.
”Mps era una delle più belle banche del mondo, la banca dei senesi, una banca storica, florida, straordinaria. Poi nel 1995 – ha detto Grillo nel suo intervento – è stata privatizzata, anzi politicizzata: è entrato un partito, sono entrati i Ds e siamo arrivati allo scempio totale. La banca è stata disintegrata”. Usando toni pacati, Grillo si è detto sorpreso della ”straordinaria calma che si respira” all’assemblea degli azionisti. Poi tornato ad attaccare la finanza: ”Il mercato non è altro che i soliti squali che entrano nelle società, investono e vogliono i dividendi. Per darli è stata disintegrata una delle più belle banche del mondo. Si sono venduti tutto”.
Durante la conferenza stampa dopo l’assemblea straordinaria, anche l’ad Fabrizio Viola cerca di tranquillizare: “A nostra conoscenza no”, non ci sono altri cassetti e altre cassaforti da aprire nella sede di Monte dei Paschi. ”Come ho già detto – dice l’ad – per poter dire la parole fine occorre terminare il lavoro di analisi. L’obiettivo è chiudere le analisi entro i primi dieci giorni di febbraio. Siccome è una materia delicata, ancora un po’ di prudenza ci vuole”, ha aggiunto. “Certo è che non ci siamo tenuti in tasca niente” e ”tempestivamente abbiamo informato la magistratura”.
Poco prima arrivando all’assemblea Grillo aveva ribadito che “quello che hanno fatto alla banca è peggio della tangentopoli di Craxi e di Parmalat insieme. Hanno fatto di un partito una banca e di una banca un partito. Ci sono assolute responsabilità della politica, che si chiamano prima Ds e poi Pd, che nella Fondazione hanno messo i loro uomini”.
Dal canto suo Profumo, parlando all’assemblea ha precisato che ”la situazione è assolutamente sotto controllo”. ”Dall’aprile scorso, quando si è insediato, il cda sta lavorando intensamente”, ha aggiunto. Il Monte ”rappresenta una grande azienda del Paese”, con 31.000 dipendenti e 6 milioni di clienti.
Circa la situazione derivati “non è ancora possibile fornire dati puntuali e aggiornati”. Profumo ha precisato che il cda sta ancora lavorando all’analisi dell’esposizione portafoglio titoli e derivati. ”Sono ancora più convinto dei fondamentali dell’attuale piano industriale” della banca ”che sta dando i primi risultati positivi”, ha continuato Profumo annunciando che ”se ci fossero gli estremi” per avviare un’azione di responsabilità contro i precedenti vertici di Mps, ”si farà tutto il possibile per tutelare la banca”.
Rispondendo ad un piccolo azionista che in assemblea auspicava che il vertice della banca senese respingesse ogni ingerenza della politica e dei partiti nella gestione dell’istituto senese, Profumo ha poi aggiunto: ”Chi conosce il sottoscritto e l’ad Fabrizio Viola sa che siamo totalmente autonomi” dalla politica. Mentre con un altro socio ha scommesso una cena: ”Cominci a prenotare il ristorante”, ha detto a chi chiedeva se entro il 2015 sarà portato a termine il risanamento dell’istituto senese.
Infine un piccolo aneddoto. In assemblea il socio senese Romolo Semplici ha denunciato il furoto del suo tablet. “E’ uno scandalo che accada proprio qui e la dice lunga su questa banca”, ha detto prendendo la parola. Immediata la risposta di Profumo: ”Mi spiace, ma questa non è colpa della banca ma dei suoi soci”.
La Fondazione Mps “è determinata ad intraprendere tutte le eventuali azioni, compresa quella di Responsabilità che la legge le riserva” a tutela degli interessi propri e di tutti gli azionisti, ha detto il presidente dell’Ente, Gabriello Mancini “Attendiamo che sia fatta piena chiarezza attraverso le analisi in corso come annunciato da parte di Banca Mps”, ha aggiunto.
Il Montepaschi ha rinnovato completamente la direzione finanziaria nel giugno scorso e quello ”è stato il presupposto per aprire i cassetti”, ha assicurato l’ad di Mps, Fabrizio Viola, rispondendo alle domande degli azionisti in assemblea.
Monti? “Trova un difetto al Pd tutti i giorni, per un anno non ne ho mai sentiti…”. Così Pier Luigi Bersani, replica alle parole di Mario Monti che oggi ha individuato presunte responsabilità del Pd sulla vicenda del Monte dei Paschi di Siena.
Chiede a Monti maggior ”rispetto” per il Pd, Anna Finocchiaro. Per il resto ”a posizione del Pd in materia di derivati è chiara e trasparente come testimoniato sempre dagli atti e dai comportamenti parlamentari del mio partito”. E il capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini twitta: “Ascolto Monti attaccare Parlamento e Pd e mi chiedo se è lo stesso premier che abbiamo sostenuto o un suo sosia a caccia cinicamente di voti”.
A fare quadrato intorno ai democratici è anche il leader di Sel Nichi Vendola: “E’ sgradevole Monti che dà lezioni di buona finanza al Pd sul caso Mps. Farebbe bene a tacere”. L’alleato numero uno di Pier Luigi Bersani ricorda che “noi abbiamo denunciato i derivati e le magie di Tremonti come punto di precipitazione dell’economia ma Monti si è sempre dimostrato un interlocutore disattento. Io gli ho scritto, avendo sottoscritto come Regione dei derivati, chiedendogli se non fosse il caso di intervenire a tutela di chi sottoscrive un mutuo o un contratto. Ma ogni volta che si deve intervenire su chi sta alla base della piramide sociale si è sempre veloci e anche un po’ sciatti. Quando lo si deve fare su chi è al vertice ci sono sempre delle difficoltà tecniche. Viene da dire che la tecnica è forte con i deboli e debole con i forti”.
La tesi secondo la quale “il Pd c’entra” nella vicenda di Mps, viene però sostenuta dal leader Udc e alleato del professore Pier Ferdinando Casini: “La responsabilità politica è quella che ha detto Renzi, che è stato candidato alle primarie del centrosinistra ed è sindaco di Firenze, quindi conosce bene il territorio. Se lo dice lui, faccio fatica a non dirlo io…”.
A incalzare il Pd è anche il Pdl. “Da decenni il principale partito della sinistra – attacca il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri – fa di quella banca ciò che vuole. La Finocchiaro – incalza Gasparri – è disposta a un faccia a faccia sul tema? Sa niente della Banca 121, delle nomine lottizzate con scontri interni al suo partito? Delle guerre tra esponenti di rilievo del suo partito per il controllo del Mps? Hanno una banca e ora avranno tanti guai. Peccato che anche i cittadini incolpevoli subiranno enormi danni”, conclude Gasparri.
Non tira in ballo il Pd ma parla di ”situazione molto grave” e “puzza di tangenti” la Lega di Roberto Maroni. “Credo che il governo che verrà a riferire in Parlamento, come ho chiesto, debba procedere al commissariamento se viene accertata la tangente di Mps – afferma il leader del Carroccio – visto che ci ha messo 4 mld di euro, per procedere al suo risanamento e alla vendita”. Non solo. Maroni ha chiesto anche che “il prossimo Parlamento costituisca una commissione speciale d’inchiesta su tutte le banche, su quello che hanno fatto in questi ultimi due anni, sul perché non danno soldi alle imprese e su come spendono i soldi e sugli intrecci tra banche e imprese”.